Il disturbo dissociativo

Dr. Gaetano Gallo Psicologo e Psicoterapeuta Saluzzo e Cavour

Il tratto più importante del disturbo dissociativo è il perdere l’impressione che la coscienza e la memoria siano continuative. Gli stati alterati della coscienza come quelli di trance, ipnoidi, il sonnambulismo e la depersonalizzazione fanno parte dei sintomi del disturbo dissociativo, insieme a lacune che riguardano la memoria. 

I pazienti parlano di periodi, anche recenti e lunghi, dei quali non hanno ricordo o hanno memorie vaghe e confuse. Oppure raccontano di sentire due flussi diversi ma simultanei di coscienza. Certe volte riferiscono di provare la dolorosa scomparsa di tutti i pensieri e le immagini, come se dalle coscienze sparissero tutti i contenuti. Questo tipo di vuoto viene chiamato con il nome di Blank Spell. Un’altra esperienza è la sensazione minacciosa di non realtà, insieme all’esperienza di entrare, con gli occhi aperti, improvvisamente in un incubo. Questo è un altro segno che fa pensare al disturbo dissociativo.

L’alterazione della coscienza porta allo stravolgimento dell’esperienza del corpo. Esso infatti appare trasformato in parte o del tutto, immobilizzato, devitalizzato e frammentato. Può esserci l’esperienza di sentirsi all’esterno del corpo e di guardarlo impauriti da fuori. L’eloquio e la fluidità vengono perduti, negli stati alterati di coscienza e i comportamenti espressivi e motori sono disorientati e disorganizzati.

Quando le alterazioni della coscienza compaiono frequentemente, si perde la continuità dell’esperienza soggettiva. La perdita allora diventa il punto centrale del quadro clinico del paziente a cui viene diagnosticato il disturbo dissociativo. La diagnosi può essere completata con l’aggiunta di sintomi quali ansia, abuso di sostanze, depressione, ossessioni, fobie, aggressività, sintomi psicosomatici…

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