EMDR, i ricordi sono la radice della sofferenza

L’emozione, il comportamento o la convinzione che ci affliggono da tempo possono essere il sintomo e non la causa della nostra sofferenza. Può darsi che la causa sia il ricordo che scatena queste reazioni. Spesso alla base dei sintomi negativi ci sono i ricordi e ciò che fa la differenza e il modo in cui sono conservati nel cervello. Ricordi non elaborati infatti, possono farci reagire in maniera eccessiva o portare a comportarci in modo dannoso per noi e per chi sta vicino. Questo può spiegare il nostro stupore quando facciamo qualcosa pur sapendo che ce ne pentiremo, quando siamo attirati da persone sbagliate, quando sentiamo che qualcuno per cui non nutriamo rispetto riesce a ferirci, quando ce la prendiamo con persone a cui vogliamo bene per piccoli motivi, oppure quando proviamo una tristezza dalla quale non riusciamo a liberarci, provocata da qualcosa di irragionevole.

La radice della sofferenza sta nel modo in cui il cervello immagazzina i ricordi, ma questo modo può essere cambiato. Il messaggio da decodificare è, in presenza di un sintomo, nell’esperienza che l’ha provocato e continua ad alimentarlo. Naturalmente la nostra costituzione genetica può avere un ruolo importante nello spingerci a reagire con una grande intensità a determinate esperienze. Esistono infatti predisposizioni ereditarie, come certe forme di depressione. Eppure anche in questi casi, devono succedere eventi di un certo tipo affinché si ingeneri un disturbo.

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